Primo ascolto / le pagelle di Sanremo 2022.

sanremo2022Pagelle semiserie e ciniche della prima serata de Festival di Sanremo.

Achille Lauro – che questo ragazzo abbia ancora spazio a Sanremo solo per il gusto della provocazione è imbarazzante. Canzone inutile uguale a Rolls Royce. Solo volgarità.

Yuman – arriva dal nulla ma nella sua semplicità non sfigura. Tradizionale ma piacevole (in ogni caso “dopo Lauro tutto è più bello”).

Noemi– va al festival per la settima volta (il primato di Al Bano si avvicina). Ma ogni volta ci va con una canzone sbagliata. Si veste da principessa con il timbro strozzato da rocker…non mi ha convinto.

Gianni Morandi – Sicuramente la musica non ha età. Una canzone perfetta per il suo personaggio. Peccato che ci siano 50 anni o più di ritardo.

Michele Bravi – ha sensibilità e presenza. E la canzone sembra molto bella.  Per me vince la serata.

La Rappresentante di Lista – sorprendono più per la parrucca e l’impianto scenico. Canzone ritmata fatta su un testo molto vuoto. Se la promessa sono loro….non vinceranno ma passeranno su tutte le radio.

Massimo Ranieri – Classe e mestiere, ok. Ma serviva una canzone. Occasione persa.

Mahmood e Blanco  attacca a cantare Mahmood e mi viene l’orticaria. Meglio Blanco, più centrato. Siparietto per coppia gay: ma la canzone sembra bella, bellissima se la cantassero altri.

Ana Mena  – “Amami amami ancora ma fallo dolcemente”. Ana sbaglia il testo e lo mette su una cozzaglia dance da discoteca. L’aggravante è che ci si aspettava un po’ di sensualità invece ferma in centro…bocciatissima.

Rkomi – porta un po’ di rock e non è male. Rkomi riempie ormai i palazzetti. Non certo grazie a questa canzone.

D’Argen D’amico – non si prende sul serio e risulta più credibile di tanti altri iper costruiti.

Giusy Ferreri – canzone dal sapore nostalgico. Forse troppo esasperata dal suo timbro così particolare. Potrebbe funzionare.

Ospiti. No Tim no party: soldi per gli ospiti internazionali proprio quest’anno non ci sono. Maneskin coronano il loro anno da sogno con due performance incredibili. La chiamata dei Medvza sa veramente da ultima spiaggia. Però almeno adesso anch’io so chi sono. (suggerimento: i Jethro Tull sono in Italia in questi giorni…non è che non si viaggia più…magari un pensiero….)

In sostanza: Festival avaro di emozioni. Se non veniva Fiorello era veramente triste. Amadeus lo conduce come una puntata qualunque de I soliti ignoti: il suo più grande pregio e difetto allo stesso tempo.

Seconda serata.

Sangiovanni: decisamente funziona. funziona lui, funziona il pezzo. Non mi stupisce il suo successo che replicherà con questo brano.

Giovanni Truppi: avevo racchiuso in lui le speranze di trovare del rock d’autore con qualche messaggio. Giudizio rimandato ma a prima ascolto il pezzo non sembra un gran che. Da riascoltare.

Le Vibrazioni: ci avevano abituato a un soft rock comunque sempre fatto bene. Questa volta sfornano un pezzo rock grintoso, forse un po’ troppo urlato. Certo che il paragone con i Maneskin è impietoso.

Emma: l’impressione è che sia tutto troppo. Certo Emma è forte, questo si sa, e la canzone non sembra male ma tutta questa scena a mio avviso l’ha rovinata. 

Matteo Romano: già dicono che viene da Tik tok ed è un timidone, il nome è anonimo. Però sfodera padronanza e voce. Niente male. Il pezzo gira.

Iva Zanicchi –  Ecco il festival più tradizionale di un tempo. In mezzo a tutte questi pischelli sfodera un brano elegante dove tutto è al posto giusto.

Rettore e Ditonellapiaga: bella rivelazione sopratutto ditonellapiaga fresca e vincente, con rettore c’è effettivamente chimica. Ritornello scontato ma il pezzo funziona.

Elisa: è la vera big e vincitrice annunciata, un peso che porta con il solito stile e classe. La canzone ha le carte per arrivare in alto anche se non sembra una delle sue migliori. Ma nella mediocrità di quest’anno viaggia altissima.

Fabrizio Moro: pare lo “stallone de roma” (premetto, non l’ho mai sopportato). il fatto è che si ostina ad andare a sanremo con ballatone insipide quando potrebbe buttare giù l’Ariston con canzoni grintose come lui. perchè?

Tananai: dopo Aiello dell’altr’anno tocchiamo un nuovo fondo con questo Tananai, stonatissimo e pure spavaldo. Mi dispiace un sacco per l’orchestra di Sanremo che la deve pure suonare….

Irama: è uno dei pochi delle nuove leve che ha un gusto musicale: riesce aed essere commerciale e meno banale di molti altri. A Sanremo porta un a ballad dove la sua voce esce alla grande: la su presenza aggiunge maestosità. Lo metto sul podio.

Aka 7even: attenzione, il ragazzo canta e non sta troppo sopra le righe. E la canzone è molto piacevole. tutto sommato ampiamente approvato.

Highsnob & Ho: premetto: mai visti ne sentiti (mea culpa). La loro novità è essere l’unico duetto etero… e per questo vinceranno perchè è uno dei pochi pezzi che mi hanno emozionato.

Ospiti: il discorso del senza budget si ripete. Ma almeno la Pausini è una vera big mondiale. Mika è sempre bravo. Il mattatore della serata è Checco Zalone: inarrivabile.Il resto sono solo spot istituzionali Rai.

In sostanza: pochi lampi, il festival andava guardato per Zalone che giustamente dice “manca la gnocca scema”…che effettivamente serviva. 

Rileggi quelle dell’anno scorso.

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