Riflessioni sanremesi: la Rai non è certo la BBC, lo sapevamo.
Si è concluso forse il Festival della Canzone italiana più inutile dell’ultimo decennio (musicalmente parlando, televisivamente è un successo spaziale).
Un festival della canzone dove, se non ci fossero state le canzoni in gara, avrebbe probabilmente fatto risultati analoghi in quanto quasi tutti i momenti migliori sono stati portati da artisti fuori gara.
Un festival del “dentro tutti” (si fa prima ad elencare chi non ha partecipato in quota major) che non lascerà nulla: nessuna canzone si sentirà ancora tra un mese, ve lo garantiamo, nessun momento emotivo e di riflessione decente, nessuna idea sul palco (il coro dei bambini l’unica? e che idea!). In compenso la Scimmia ballante di Gabbani era filosofia pura. 28 artisti che hanno completamente rinunciato all’idea di spettacolo, riflessione, emozione tutti concentrati sul proprio Ego, primo errore di coaching mentale per arrivare al pubblico.
La media qualitativa ha sfiorato il minimo storico: 28 artisti in gara di cui una buona metà marchette superflue frutto di compromessi (ti porto il big se mi metti l’altro), dimostrazione che di canzoni il direttore artistico ne ha sentite ben poche. Prima il personaggio. Poi se anche la canzone è bella, tanto meglio… tanto che si sono presi un mese in più per annunciare i titoli delle canzoni dopo aver annunciato i partecipanti.
Il festival più telefonato della storia: un vincitore annunciato (Mengoni) senza consacrazioni (sia lui che Ultimo già fanno gli stadi), il brano migliore “Splash” ovviamente fuori dai 5 (colpa dei personaggi ovviamente, troppo radical chic) hanno permesso ad un Tananai qualsiasi di sfiorare il podio. Lazza e Mr Rain, sconosciuti ai più, hanno brillato nella mediocrità generale (il sig. Pioggia a nostro avviso è il vincitore morale della kermesse, l’unico che ha portato un po’ di empatia). Oxa, Giorgia, Paola e Chiara e Grignani senza una canzone decente, in generale tutte le donne hanno sfigurato (Elodie, Levante, Mara Sattei hanno pensato più all’outfit che a cantare. Forse Madame è parsa cresciuta ma saprà andare oltre Sanremo o diventerà una Noemi qualsiasi? I sei giovani non pervenuti…quasi sicuramente li dimenticheremo tutti. Si potrebbe continuare all’infinito. Fortuna che si è recuperato con gli artisti ospiti fuori gara, anche qui i momenti migliori sono stati dei veterani (Morandi, Pooh, Albano Ranieri e compagnia). La serata del venerdì è completamente inutile: molta improvvisazione, espediente per coinvolgere artisti rimasti fuori dal cast.
Così come i superflui collegamenti da altri palchi (Suzuki, Costa Crociere) escamotage per dare visibilità a chi non è stato incluso nei 28 “campioni” ed incassare ancora pubblicità, tanto del resto frega nulla a nessuno e contano solo ascolti e polemiche dove i ferragnez vincono a mani basse.
Sappiamo che la Rai non è la BBC, ma un minimo ambirci non sarebbe una cattiva idea.
Almeno, però, toglieteci il canone.
La playlist con le nostre preferenze: in copertina Chiara Ferragni la vera vincitrice del Festival.