NICOLA LOTTO – Il canto nudo (CD/LP – Vrec/Audioglobe)
“Il canto nudo” è il titolo dell’album d’esordio del cantautore padovano Nicola Lotto in uscita su CD e LP per Vrec/Audioglobe: il lavoro arriva a due anni di distanza dall’EP “Si comincia così” i suoi primi 5 inediti impreziositi dalla partecipazione di Edda. Anche nel nuovo disco, prodotto da Flavio Ferri (Delta V, Gianni Maroccolo), non mancano gli ospiti illustri che hanno collaborato. Da Paolo Benvegnù nella toccante “Nel volto”, a Olden in “Parole nuove” fino allo stesso Flavio Ferri che ha partecipato nel brano “Prima che si sveglino”.
“Il canto nudo” è stato registrato presso il Moonmusic Studio a Rovereto da Nicola Lotto (voce e chitarre), Marco Olivotto (basso), Simone Filippi (batteria) con la produzione artistica di Flavio Ferri.
«Il canto nudo è un disco sulla fragilità. Fragilità intesa come caratteristica delle menti sensibili (anime e cuori sensibili). Fragilità spesso nascosta per paura oppure dissimulata con maschere di violenza e di arroganza. Fragilità derivante dalla consapevolezza di vivere un corpo fisico degradabile in un’epoca degradante. Fragilità disposta a cambiare segno una volta compresa, accolta e accettata, capace così di diventare una grande forza.Il canto nudo è il canto liberato, esposto, fragile, puro e sincero. Non sa bene dove si trovi ma sa bene dove non vuole essere».
L’album non sarà disponibile sui portali digitali ad eccezione dei singoli scelti.
Nicola Lotto è cantante e chitarrista, cantautore. Le sue canzoni sono influenzate dalla tradizione folk e dal cantautorato, soprattutto di matrice italiana. Con il trio PDMA sperimenta l’unione di cantautorato e musica elettronica. Vanta aperture a Giulio Casale, Omar Pedrini, Edda, Paolo Benvegnù ed una partecipazione al Mei25 a Sanremo. Nel 2020 pubblica con VREC Music Label il suo primo lavoro da solista, “Si comincia così”, un EP di 6 brani (dal 20 novembre) che vede la partecipazione di EDDA nel singolo di apertura “Una luce”. Oltre all’attività cantautorale ha al suo attivo numerose esperienze di drammatizzazione e reading, l’ultima in ordine di tempo è dedicata a “Une saison en enfer”di Arthur Rimbaud. Ad inizio 2022 ultima il suo album d’esordio intitolato “Il canto nudo” in uscita in primavera per Vrec/Audioglobe. I singoli estratti sono “Sacro”, “Nelle finestre”, “Nel volto” feat. PAolo Benvegnù.
L’artista racconta il disco, brano per brano.
1 Anche se brucia
Una voce flebile, nasce lentamente tra le note di un pianoforte sospeso. Nel primo verso si svela quanto succederà da lì alla fine del disco. La canzone esplode da metà in poi con una batteria sostenuta e tribale e un basso che lacera la calma generata nell’incipit. La voce si sviluppa per estremi e diviene graffiata e sanguigna, profetizzando crolli ed esplosioni che non tarderanno a venire.
2 Dalle finestre
Un brano che mescola atmosfere dark con ritmiche pop. Le chitarre acustiche mantengono una base e una continuità ma sono basso e batteria a creare il groove e il movimento.
Dalle finestre si osservano le cose passate, le stagioni apparentemente dimenticate. Si ha la sensazione di potere sondare le oscurità più fitte per cogliere i misteri ancora inespressi.
3 Parole nuove
Resta però solo una tentazione quella di ‘essere un’ombra’, un monito spazzato via dalla convinzione che praticare l’espressione di una differenza sia ancora una rivoluzione necessaria e possibile. Le parole nuove sono quelle della consapevolezza: abbiamo una chance per fare nostro questo tempo e non è ancora stata sprecata. Il ritornello si carica e arricchisce della voce di Olden a rimarcare un concetto semplice e chiaro come il giorno, un ritornello che vuole perforare e imprimere ‘sii differente, sii differente almeno tu’.
4 Consolazioni
Canzone ispirata dall’omonimo libro di David Whyte. Apre con le sonorità grunge di una chitarra distorta, si muove attraverso le onde di un basso intrigante e l’ostinato bit pulsante della batteria. Nel brano si propone la pratica di portare alla luce le cose apparentemente invisibili, dar loro corpo e spazio per considerarle e affrontarle.
5 Nel volto
Brano delicato e intimo, costruito attorno a chitarra acustica e pianoforte. Le note del piano, stirate in un effetto straniante, creano un’atmosfera sospesa, calda e avvolgente quanto curiosamente mistica.
Nel testo si affronta il tema del disagio mentale e di certi pensieri oscuri da esso generati. Ma ci si immagina che dal dolore che queste situazioni implicano, possa nascere e fiorire nel volto una forma di nuova bellezza. La voce di Paolo Benvegnù, intrecciata con quella dell’autore, è un contrappunto di luce, che dona alla canzone un’aura particolare.
6 Sacro
Concettualmente la canzone è il proseguo della precedente, almeno dal punto di vista lirico. Musicalmente è la ritmica di chitarra a smuovere e trascinare il brano, inclinandosi verso un fraseggio quasi funk. Il basso trattiene e si àncora al suolo ma lo fa con un riff sinuoso e coinvolgente. A metà canzone detona e si distorce il suono, si apre una finestra sulla consapevolezza ‘noi dovremmo imparare a fare i conti col fuoco’. Canzone sulla sconfitta del dolore attraverso la sua sublimazione, sulla riconsiderazione della sacralità di tutte le cose che avvengono.
7 Prima che si sveglino
Una chitarra lisergica e la voce calda e profonda di Flavio Ferri a introdurre il brano. Il ritornello annuncia un presagio e il brano avanza sostenuto e impavido, caricato dalla batteria di Simone Filippi, fino all’invocazione ultima e quanto mai desiderata ‘ripopolare i mari di sirene, ripopolare la terra di dei’, a significare il ritorno a una dimensione sognante e ancora una volta sacra.
8 Incombe
Brano già contenuto nel primo lavoro del cantautore. Viene rivisitato in chiave elettrica, perdendo la precedente atmosfera armonica di violino e violoncello, per aggrapparsi con forza alle sonorità del nuovo disco. Nel finale un rincorrersi di chitarre si sviluppa all’interno di una base ritmica che procede con passi pesanti e marziali.
9 Tutti gli inverni
Una chitarra acustica leggera esce a filo d’acqua per sostenere una voce cordiale, amica. Si tentano possibilità, si prova a influenzare la realtà attraverso il pensiero resistente. ‘Puoi cantare il silenzio, puoi cucire l’assenza, puoi rimandare a domani tutti gli inverni del cuore’. Possiamo essere agenti attivi delle nostre vite oltre che spettatori e il ritornello finale con la sua esplosione vuole dimostrarlo.
10 Uno spavento
Una canzone d’amore. Lo spavento è l’imprevisto, l’inaspettato, il colpo che ti sorprende, la porta che si apre e che offre orizzonti mai immaginati. Una serie di invocazioni a non essere più distanti dalla propria essenza è rappresentata dai ritornelli del brano. La voce parla, racconta per immagini, un intreccio di arpeggi e feedback costituisce la base entro cui si muove. La ritmica si fa importante nel ritornello finale, un crescendo emozionale che vede, non ultimo interprete, il pianoforte suonato da Marco Olivotto.
11 Nel mio polso
Un racconto intimo, un ricordo, un cerchio che deve essere chiuso. La musica qui è il luogo del mistero, è il soffio della notte. La voce dal canto suo non può che dire e non può più nascondersi. Stavolta la posizione è presa: ‘io non voglio più rinunciare’.
01. Anche se brucia; 02. Dalle finestre; 03. Parole nuove; 04. Consolazioni; 05. Nel volto; 06. Sacro; 07. Prima che si sveglino; 08. Incombe; 09. Tutti gli inverni; 10. Uno spavento. 11. Nel mio polso. IG: http://bit.ly/IG_NL FB: http://bit.ly/FB_NL8 SP: https://spoti.fi/3gUP8kM